La petizione di Nessuno Tocchi Caino su Change.org: “La campagna #diteloaRouhani per fermare la violazione dei diritti umani in Iran”

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Sulla scia dell’accordo sul nucleare il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Hassan Rouhani ha deciso di intraprendere una serie di colloqui bilaterali con vari paesi europei che lo porteranno ad essere in visita in Italia il 14 e 15 novembre, per poi dirigersi verso la Francia.

L’Italia è stata scelta come prima tappa dal paese dei Pasdaran. Una simbolica porta d’ingresso per l’Iran verso quell’occidente che per molto tempo lo ha considerato uno stato canaglia. Il problema fondamentale è che a prescindere dal lato prettamente geopolitico e dai giochi di alleanze fra i vari paesi, la Repubblica Islamica presenta non poche criticità sul piano dell’affermazione dei diritti fondamentali e civili. Per quanto Rouhani sia stato eletto Presidente affermando di possedere la chiave del cambiamento, la realtà iraniana dimostra che quel cambiamento sperato tarda a mostrarsi, soprattutto per l’affermazione delle libertà civili e del rispetto dei diritti fondamentali, come evidenziato spesso dall’associazione radicale Nessuno Tocchi Caino nei suoi rapporti sull’utilizzo continuo della pena di morte.

Molte organizzazioni e associazioni per la tutela dei diritti, in vista dell’arrivo di Rouhani in Italia, si sono mobilitate per denunciare gli orrori contro i diritti umani che avvolgono la vita sotto il regime iraniano. Le organizzazioni aderenti hanno aperto la pagina facebook MovingRights4Iran, utilizzata come spazio per far conoscere gli innumerevoli casi di violazione delle libertà pubbliche, dei diritti umani e civili del popolo iraniano.

Sulla pagina MovingRights4Iran è data grande evidenza alla storia della giovane iraniana 18enne Pariya Kohandel, al momento esule in Europa. Il racconto di Pariya è una testimonianza diretta delle persecuzioni del regime verso i suoi oppositori, così come verso tutti coloro che si dimostrano non omologati ai suoi dettami. Narra le difficoltà di chi cerca rifugio all’estero, degli attacchi a Camp Liberty, in Iraq dove risiedono oltre 2000 rifugiati della resistenza iraniana, delle violenze sulle donne e del totale disinteresse del regime si tali soprusi come anche della loro paura di ritrovarsi con il volto sfigurato dall’acido.

Pariya ha avviato una petizione su Change.org che chiede la liberazione sia del padre Saleh, detenuto in quanto prigioniero politico nel carcere di Gohardash, sia degli altri detenuti politici in Iran. La petizione ha già iniziato a raccogliere un ottimo numero di adesioni.

Sulle pagine del MovingRights4Iran è promossa, inoltre, la campagna appello, “#DiteloaRouhani”, rivolta verso le alte cariche dello Stato italiano a cui si chiede di far presente a Rouhani i fatti più eclatanti di violazione dei diritti come i seguenti:

– l’allarmante uso della pena di morte in Iran, applicata anche nei confronti di imputati minorenni, in aperta violazione di patti e convenzioni internazionali che l’Iran ha ratificato;
– la discriminazione delle minoranze religiose all’interno Repubblica Islamica, con particolare riferimento alle sofferenze dei Baha’i e dei cristiani;
– la persecuzione delle minoranze sessuali in Iran, dove l’omosessualità è punita anche con la pena capitale;
– la costante invocazione alla distruzione dello Stato di Israele e il negazionismo della Shoa, promossi soprattutto dalla Guida Suprema Khamenei;
– il sostegno al regime di Bashar al Assad, responsabile delle brutali repressioni contro la popolazione siriana, causa diretta dell’esodo di massa di migliaia di civili dalle loro abitazioni;
– gli arresti di attivisti per i diritti umani e oppositori politici di cui va chiesta la immediata liberazione, a partire dalla coraggiosa Narges Mohammadi;
– la discriminazione legale nei confronti della donna nella Repubblica Islamica, dove la sua testimonianza in un processo e la sua stessa vita in caso di assassinio valgono giuridicamente metà di quella dell’uomo.

Pariya ha lanciato la sua petizione su Change.org. Per leggerla, firmarla e condividerla basta cliccare QUI.

Articolo pubblicato su: http://www.huffingtonpost.it/2015/11/12/changeorg-nessuno-tocchi-cain_n_8543576.html A cura di Pasquale De Salve, Nessuno Tocchi Caino

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