Narges Mohammadi, 43 anni, è una coraggiosa signora, da sempre impegnata per i diritti umani in Iran. Senza timore delle conseguenze, Narges ha creato il Centro per difensori dei diritti umani, collaborando direttamente con il Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi (oggi autoesiliatasi a Londra). Il suo coraggio lo ha pagato a care spese: il regime le ha impedito di lavorare, l’ha arrestata una prima volta nel 2010 con l’accusa di “propaganda contro lo Stato”, “sostegno ai prigionieri politici” e di rappresentare una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Condannata a 11 anni di detenzione, Narges e’ stata rilasciata nel 2012 per gravi problemi di salute.
Purtroppo, l’accanimento nei suoi confronti non e’ terminato: arrestata nuovamente nel maggio del 2015, Narges e’ stata rinchiusa nel carcere di Evin, ancora una volta con l’accusa di “propaganda contro lo Stato”. Questa volta, il regime non le ha perdonato di aver fondato un gruppo contro la pena di morte, chiamato “step by step against the death penalty” (passo dopo passo, contro la Pena di Morte) e di aver incontrato l’ex Mrs. Pesc Lady Ashton, durante la sua visita in Iran nel 2014.
Le condizioni di salute di Narges Mohammadi sono drammatiche. Il marito Taghi Rahmani ha denunciato che, il Ministero dell’Intelligence iraniano, sta attivamente interferendo nel processo, allo scopo di punire Narges. Rahmani, scrittore in esilio, ha raccontato anche che Teheran non permette a Narges di parlare con i suoi due figli e che, secondo il suo parere, l’obiettivo del regime sarebbe quello di rendere la nota attivista una disabile permanente.
Per il suo coraggio, Narges Mohammadi ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Alexander Langer nel 2009.