Kaywan Karimi: 6 anni di detenzione e 223 frustate. Questa la pena decisa dal regime iraniano contro il regista di etnica curda, Kaywan Karimi.
Per Karmi, l’accusa formale è quella di “aver insultato il sacro”. Ovviamente, la vera colpa del regista iraniano è un’altra: con la sua ultima opera, Karimi voleva documentare i graffiti sui muri di Teheran, allo scopo di descrivere l’inquietudine dei giovani iraniani. Nonostante le autorizzazioni ricevute a livello formale, il regime ha cambiato idea e arrestato il giovane regista.
Kaywan Karimi e’ noto anche in Italia, per aver vinto un premio nel 2012 al Festival Internizionale del Cortometraggio di Tolfa. Tra le sue opere note fuori dall’Iran, va ricordato il film “Broken Border”, sulla vita di molti contrabbandieri iraniani, costretti a fare questo lavoro per sopravvivere. Altro lavoro degno di essere menzionato e’ “Children in Depth”, una denuncia dello stato dello stato della giustizia minorile in Iran.